Corrado Del Buono
Quando si crea una funzione o una formula con Excel, generalmente, si fa riferimento a celle di input, destinate ad accogliere i dati variabili. Queste celle vengono richiamate, solitamente, attraverso l'indirizzo, relativo o assoluto, di cella (ad esempio, =B5*C5); in alternativa, è possibile assegnare ad esse un “nome” e richiamare quest'ultimo nella formula (ad esempio, =prezzo*quantità). Nominare le celle è utile soprattutto da un punto di vista didattico perché facilita la comprensione della formula: l’alunno, o chiunque è al primo approccio con Excel, ha, difatti, un riferimento “concreto” (la formula studiata in economia aziendale, in matematica, ...) e non “astratto” (gli indirizzi di celle).
Vediamo, quindi, come si procede da un punto di vista operativo ad assegnare un nome alle celle e a richiamarlo nelle formule.
Per assegnare un nome è sufficiente selezionare la cella, fare clic all’interno della CASELLA NOME posta a sinistra della BARRA DELLE FORMULE, digitare e confermare con il tasto INVIO; il nome non può contenere né spazi né caratteri che normalmente Excel utilizza per eseguire i calcoli (due punti, punto e virgola, virgola, asterisco, uguale, ...). Per richiamare la cella all’interno di una formula è sufficiente trascrive il nome assegnatole (è indifferente utilizzare il maiuscolo/minuscolo) al posto dell’indirizzo di cella.
Dato il prospetto rappresentato nella figura seguente, supponiamo di voler inserire nella cella A3 un valore che rappresenti l’area del quadrato e di voler calcolare nella cella A5 il suo lato, e nella cella A7 il suo perimetro.
Potremmo assegnare alla cella A3 il nome “AreaQuadrato” e utilizzarlo nella cella A5 digitando la seguente formula:
=AreaQuadrato^(1/2)
(elevare un numero a 1/2 significa calcolarne la radice quadrata!).
Successivamente, potremmo chiamare la cella A5 con il nome “LatoQuadrato” e utilizzare quest’ultimo nella formula della cella A7 in questo modo:
=LatoQuadrato*4
Il nome che si assegna ad una cella, proprio per il fatto che può essere richiamato in formule o funzioni, deve essere univoco, ovvero non può essere utilizzato per nominare altre celle non solo del foglio ma dell’intera cartella di lavoro.
Detto in altri termini, la formula che utilizza i nomi delle celle (anziché il loro indirizzo) è come se venisse costruita con riferimenti “assoluti” di cella: nell’esempio precedente, la formula trascritta nella cella A4 è simile alla seguente = $A$3*4 (per verificarlo basta trascinare il quadratino di riempimento della cella A4 nelle celle sottostanti ed osservare come il risultato delle celle rimane invariato!).
Paradossalmente, questa caratteristica sembra comportare, almeno a prima vista, un problema per i prospetti più semplici che utilizzano formule con riferimenti relativi.
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